La posizione della Uil Scuola è sempre stata chiara, sì alla scuola in presenza ma in sicurezza. E rimane tale anche all’indomani della riunione che si è tenuta al Ministero sul rientro in classe. I timori sono d’obbligo: non esiste un programma, né sono stati approntati dei protocolli di sicurezza e la vaccinazione degli insegnanti non è stata completata.
“Rappresentiamo il grado di preoccupazione e di crisi che c’è nei vari istituti scolastici – fanno sapere dal Sindacato – . Le nostre non sono valutazioni personali, ma la rappresentazione di un forte malessere nelle scuole. Se per aprire i ristoranti e le pizzerie dobbiamo aprire le scuole, senza garanzia di sicurezza che non può arrivare in seguito allora significa che c’è un problema politico da risolvere”.
Per la Uil Scuola è preferibile affidarsi ai tavoli Regionali delle Direzione Regionali scolastiche, anche perché rimane sempre il nodo dei trasporti.
“Inoltre – continua la Uil Scuola – il 73% nazionale di personale vaccinato è un dato che va valutato in una ottica di scuola. Pensare al dato globale e affidarsi all’azione ai Prefetti è una ulteriore complicazione di competenze di un altro ministero quello degli Interni. I dati sulla scuola, che abbiamo chiesto più volte, non ci sono e c’è una preoccupazione fortissima da parte delle famiglie ma anche nel personale. Tracciamento, tamponi salivari per ora restano solo parole e il 26 aprile è ormai alle porte”.
E per quanto riguarda l’Esame di Stato? Per Uil Scuola si può mantenere il protocollo già utilizzato lo scorso anno, che ha funzionato bene, ma bisogna guardare a settembre. “Tuttavia andrebbe rivisto il piano di vaccinazioni e il protocollo se si vogliono riaprire tutte le scuole”. E su questo la Uil non ha dubbi.