Il modello di inclusione della scuola italiana è considerato il nostro fiore all’occhiello ed è guardato con ammirazione anche fuori dall’Italia ma i tagli previsti dalla Legge di Bilancio rischiano di cambiare questo felice primato.
Il segretario generale Uil Scuola Pino Turi interviene sulla Legge di Bilancio e sui tagli previsti agli insegnanti di sostegno.
“Da un lato si promettono investimenti – spiega Turi – ma dall’altro si pensa a ridurre gli organici con la formazione obbligatoria di tutti gli altri insegnanti, si prevedono tagli per 5mila posti. Il modello italiano di inclusione è a tutt’oggi ammirato in tutta Europa ma così rischiamo danni irreparabili”.
Cambiare un sistema che funziona non è una cosa saggia. Negli scorsi anni Uil Scuola ha accolto delegazioni europee venute in Italia per comprendere e studiare proprio il meccanismo di integrazione italiano. Gli altri sistemi scolastici europei, che vorrebbero imparare da noi, non tagliano ma investono molto più di noi nell’istruzione.
“Abbiamo visto la Legge di Bilancio e letto la relazione tecnica che l’accompagna – sottolinea Turi – pertanto esprimiamo, con forza, il nostro giudizio negativo. Il decreto sul sostegno, scritto in attuazione di una delle deleghe della Legge 107, porterà tagli di organico nei prossimi anni per 5 mila posti. Si comprende che si va verso la riduzione dei posti di sostegno, in particolare per quelli in deroga. Quando si legge che «è rotto il sinallagma tra gravità/rapporto 1.1» e che «si definisce un debito funzionale», si pensa di fare cadere su tutti gli altri docenti della classe attraverso una formazione obbligatoria, si capisce in pratica che il cerchio è chiuso”.
Il Capo Dipartimento Bruschi indica nei 10 milioni di euro, programmati in più anni, lo strumento per formare gli insegnanti curriculari sulle specificità del sostegno. Ma per Turi questo significa che il deficit strutturale per gli alunni con bisogni specifici ricadrà sui docenti curriculari.
“Ciò che la mano destra concede in termini di aumento di organico di diritto di sostegno – conclude Turi – per il prossimo anno scolastico, la mano sinistra lo riprende con gli interessi. Chiediamo anche per questo tavoli di confronto, ma ci piacerebbe per una volta essere smentiti nei fatti. Sarebbe un risultato a vantaggio di tutta la scuola italiana”.