Sono frasi ripetute, troppe volte, da uomini violenti, frasi ascoltate tra lividi e dolori da mogli, compagne, figlie e sorelle di uomini violenti. Uomini malati, assetati d’amore e accecati di rabbia, che tormentano le loro vittime nel silenzio delle mura domestiche facendole sentire in colpa, il più delle volte, e annebbiando le loro menti e le loro anime, colpite da botte e umiliazioni e tese ancora, troppe volte, al perdono.
Per dire no a tutto questo oggi 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Lo ricorda oggi, in un comunicato, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Data che venne stabilita dall’Onu dopo il primo incontro femminista latinoamericano svoltosi nel 1981 a Bogotà, Colombia, in memoria delle sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa), uccise per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.
Tanti anni trascorsi da allora e troppe morti senza ragione nel triste computo della violenza.
E i numeri fanno paura.
Ogni giorno, in Italia, ci sono 89 donne vittime di violenza di genere e nel 2021 sono stati 109 i femminicidi, il 40% di tutti gli omicidi commessi. Di questi, 93 sono avvenuti in ambito familiare-affettivo e, in particolare, 63 per mano del partner o dell’ex partner.
Dati sconfortanti che mostrano, in percentuale, un aumento consistente delle vittime di genere femminile (+8%) rispetto allo stesso periodo del 2020. In crescita anche tutti i delitti commessi in ambito familiare-affettivo che passano da 130 a 136 (+5%). Anche in questo caso è significativo l’aumento delle vittime donne (+7%), e tra queste quelle uccise per mano del partner o dell’ex partner (+7%).
Nel 72% dei casi di femminicidio l’autore è il marito o l’ex marito: in un caso su due è stata usata un’arma da taglio.
Ad aggravare il quadro di quest’anno ci si è messa la pandemia: il lockdown, la convivenza forzata, lo stress, i problemi economici e l’eventuale perdita del lavoro hanno intensificato la criticità del problema, portando le Nazioni Unite a parlare di Shadow Pandemic (Pandemia nell’ombra): dal report dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 30 luglio 2020 emerge che l’80% delle nazioni ha visto un aumento delle chiamate alle helpline, mentre il 50% dei Paesi ha assistito ad un aumento delle chiamate e delle denunce alla polizia.
Ma le forme di violenza sulle donne sono tante, tutte subdole, e che possono coinvolgere l’ambito dell’incolumità fisica, psicologica e sociale con infinite intensità e combinazioni possibili.
Tante le iniziative in tutto il mondo, in questa giornata simbolo per dire no alla violenza sulle donne. Voci che si colorano di rosso, come le scarpe delle donne allineate nelle piazze o nei luoghi pubblici per rappresentare tutte le vittime di violenza e di femminicidio. L’idea delle scarpe rosse nasce per ricordare l’ennesima donna uccisa in casa.
L’artista messicana Elina Chauvet realizzò nel 2009 l’installazione davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, per ricordare l’omicidio della sorella per mano del marito e le centinaia di donne rapite, stuprate e uccise in questa città di frontiera nel nord del Messico.
Uil Scuola Cremona è vicina a tutte le donne vittime di violenza in Italia e nel mondo.