Campania, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Molise e Lombardia: le regioni più virtuose con una media del 95 per cento di docenti immunizzati con doppia dose .
In coda, invece Liguria, Bolzano e Trento, dove i professori vaccinati si fermano ad una media del 40 per cento. E uno studente su 4, under 15, è ben lontano dall’essere immunizzato.
Sul popolo di no vax è intervenuto il Commissario straordinario Francesco Figliuolo che parla di uno zoccolo duro, di circa “il 15 per cento, di professori non vaccinati”.
E non è semplice nemmeno per i presidi, chiamati da settembre a monitorare i docenti sprovvisti di Green pass e a denunciare i professori dopo 5 giorni di assenze ingiustificate, causa certificazione verde. Come se a scuola per docenti, dirigenti e personale ATA non ci fosse già un gran bel da fare
Abbiamo chiesto al Segretario organizzativo Uil Scuola Giuseppe D’Aprile un commento sui dati dei no vax e un po’ di chiarezza sulla scuola, quando ormai mancano poco più di 20 giorni alla ripresa dell’anno scolastico.
I dati esatti – denuncia D’Aprile – non li conosce nessuno. Inoltre bisogna considerare che quando si snocciolano cifre si fa riferimento al personale in servizio a tempo indeterminato. Ma ci sono anche i 200mila supplenti che in questa fase non vengono monitorati.
E cosa accadrà quando un docente dovrà prendere servizio entro 24 o 48 ore?
Me lo domando anche io. Non so cosa accadrà con il controllo del Green pass in questi casi. Francamente è una domanda a cui ad oggi non trovo risposta e non è nemmeno l’unica. E’ oltre un anno che chiediamo la sicurezza nella scuole e ci sono stati parecchi mesi di pandemia per gestire il ritorno in classe in totale sicurezza; e invece pare che, ancora una volta, ci riduciamo agli ultimi 20 giorni prima della ripresa dell’anno scolastico.
Segretario, a suo avviso c’è un accanimento da parte del Governo sulla scuola italiana?
La scuola italiana è una realtà complessa, in cui il rispetto per la democrazia e delle libertà individuali esigono una maggiore considerazione da parte di chi, non solo, si ostina a non riconoscere la serietà, la professionalità e il valore educativo del personale della scuola, ma che non si preoccupa nemmeno e, devo aggiungere, per l’ennesima volta, delle ricadute che tutto questo avrà sulla didattica e dunque sugli alunni. Che sono stati già così tanto penalizzati dalla pandemia.