Dopo una lunga trattativa finalmente è arrivato l’accordo per il rinnovo del Contratto della scuola 2019-2021 per oltre un milione di lavoratori, tra docenti e Ata.
Aumenti e arretrati già da dicembre in busta paga, per corrispondere una prima tranche di aumento alle retribuzioni del personale pari a 100 euro medi. A questi si aggiungono 89 milioni per la retribuzione professionale dei docenti e 100 milioni una tantum aggiunti dal governo.
Si rinvia a gennaio 2023 e alle ulteriori risorse eventualmente ricavate nella Legge di Bilancio un successivo passaggio a completamento della parte economica del contratto, da chiudere con almeno 124 euro di aumento medio.
Gli aumenti lordi saranno sopra i 100 euro, mentre gli arretrati saranno, in media, più di 3mila euro, tutto in automatico senza far la domanda. .
“Registriamo con piena soddisfazione la firma dell’accordo per il rinnovo del contratto della scuola tra i sindacati e il Ministero dell’Istruzione. Afferma il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni – . Si sblocca così una vicenda di grande interesse pubblico, che coinvolge circa 1,2 milioni di persone, delle quali 850.000 docenti”.
Per il ministro Valditara:
” Si tratta di una giornata storica caratterizzata anzitutto da un nuovo modo di intendere il rapporto tra il governo e le parti sociali, impostato sul confronto costruttivo e sulla risoluzione pragmatica dei problemi. Questo sarà sempre l’approccio che porterò avanti con chi rappresenta i lavoratori del comparto scuola”.
L’intesa prevede per i docenti un incremento medio pari a 100 euro, a cui si aggiungeranno le risorse del successivo accordo.
” L’incontro di oggi tra sindacati e ministro – commentano i segretari generali di categoria – segna una svolta decisiva nel confronto fra le parti per il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca. L’accordo prevede una prima sequenza contrattuale di natura economica, da definire nella giornata di domani con l’utilizzo delle risorse disponibili, finalizzato a liquidare entro dicembre gli arretrati maturati nel corso del triennio di vigenza contrattuale e a corrispondere una prima tranche di aumento alle retribuzioni del personale. È invece da mettere in collegamento con l’iter della Legge di Bilancio e con l’impegno del ministro a reperire risorse aggiuntive, la ulteriore sequenza contrattuale a completamento della parte economica del contratto, che garantirà alla categoria ulteriori 300 milioni in più nella parte di retribuzione fissa”.
Per i segretari di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals e Gilda:
La firma definitiva della parte economica del contratto Istruzione e Ricerca certamente rappresenta un passo avanti nella direzione giusta.
” È stato fatto un grande lavoro, superando le difficoltà che si stavano registrando proprio sulla partita delle risorse a partire dall’utilizzo dei 300 milioni, prima dirottati sui fondi MOF e oggi nella piena disponibilità del personale”.
La firma del segretario generale FEDERAZIONE UIL SCUOLA RUA Giuseppe D’Aprile
” Da domani inizieremo a lavorare sulla parte normativa e per reperire altre risorse nella Manovra di bilancio 2023, per incrementare ulteriormente i contratti”.
E’ quanto dichiarato dal Segretario generale Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile subito dopo la firma all’Aran della parte economica relativa al contratto del comparto Istruzione e Ricerca.
” Le cose a fare sono ancora molte – sottolinea il Segretario generale Uil Scuola Rua-. La riforma degli ordinamenti del personale Ata, alla valorizzazione dei Dsga, le relazioni sindacali e la formazione, tutti istituti giuridici che fino ad oggi non erano regolamentati dal Ccnl ma che lo saranno in futuro attraverso una sequenza contrattuale specifica”.
E, sulla trattativa col ministro Valditara relativa alla parte economica del contratto, D’Aprile conclude:
” E’ stato fatto un grande lavoro in queste settimane, svoltosi con la massima serenità e collaborazione. Questo dimostra che quando il traguardo è comune, si riesce ad agire velocemente e bene. Ci aspettiamo anche per il prossimo futuro un atteggiamento propositivo. Noi continueremo a valutare nel merito. Ora non dobbiamo fermarci. Continueremo sulla strada intrapresa. I lavoratori di istruzione e ricerca meritano un giusto riconoscimento economico per l’importante e delicato lavoro che svolgono ogni giorno”.
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