La lettera pubblicata sulle pagine de IL FATTO riportano le parole toccanti di Marta Branda, una giovane insegnante precaria, che denuncia le conseguenze negative delle prove Invalsi sui bambini. Si tratta di un problema profondo che va oltre il semplice ambito dell’istruzione, toccando il cuore dell’esperienza educativa dei nostri giovani.
Marta descrive con emozione e chiarezza le difficoltà che i suoi alunni affrontano durante queste prove standardizzate. Da un lato, ci sono bambini che, a causa di problemi socio-culturali o di disabilità non riconosciute, si trovano a lottare per superare test di comprensione del testo inadatti alle loro capacità. Dall’altro, c’è l’effetto negativo sull’intera classe, che si sente sopraffatta dall’ansia da prestazione generata da questi test.
Una testimonianza che solleva importanti domande sul ruolo dello Stato nell’istruzione e sulla valutazione del rendimento scolastico. Perché i bambini devono essere trattati come variabili di un algoritmo? Perché la competizione e l’eccellenza devono essere gli obiettivi principali dell’apprendimento?
La Uil Scuola Rua si schiera con Marta e con tutti coloro che chiedono una riflessione critica sulle pratiche di valutazione a scuola. Non possiamo permettere che i nostri bambini perdano la propria identità e il loro benessere per misurare delle prestazioni prive di significato.
Per ulteriori approfondimenti sulle posizioni della Uil Scuola Rua riguardo alle prove Invalsi e altre questioni educative, vi invitiamo a riguardare l’intervento del Segretario generale nazionale della UilScuolaRua