Con queste parole il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi ha parlato ieri di un muro da abbattere nel corso dell’evento “I Giovani nel cuore dell’Europa”. Per Bianchi è giunta l’ora di puntare su una scuola che si basi sulle capacità di progetto soggettivo, rifiutando quindi i modelli didattici precostituiti.
C’è da dire che da anni ormai i programmi sono stati sostituiti da indicazioni nazionali prima con il decreto legislativo del 2004, nella gestione di Letizia Moratti, e poi con ulteriori Regolamenti approvati con la riforma Tremonti- Gelmini . Molti docenti, però, continuano a fare a modo loro e rifiutano di adeguarsi.
Il Ministro per l’Istruzione ha poi parlato dell’esame di maturità.
“E’ una sciocchezza – ha specificato Bianchi – dire che quest’anno all’esame di maturità non c’è lo scritto. Piuttosto bisogna dire che il Ministero ha voluto puntare su una prova più pensata, elaborata e ragionata. Bisogna ricostruire il piacere della scrittura. La scuola deve servire ad esplorare la complessità, a comprenderla. La maturità non è un test, è un passaggio per entrare in una giovinezza sempre più matura e adulta”.
Secondo il ministro, gli insegnanti devono imparare a “Guardare negli occhi i ragazzi, far fare loro una riflessione su tutto il percorso fatto in questi cinque anni. La maturità è un rito di passaggio ed è fondamentale che venga vissuta come momento per riflettere e per trarre insegnamenti”.
Il bilancio del prof. Bianchi su quest’anno scolastico rimane però positivo.
“ Abbiamo avuto tanti problemi – sottolinea il Ministro – ma siamo stati in grado di affrontarli. La scuola non è mai stata chiusa, c’è sempre stato un filo unito tra studenti e insegnanti anche se tra mille difficoltà. Ma dobbiamo essere orgogliosi: l’Italia ha riaperto subito le scuole per i più piccoli, abbiamo dato il via ad una campagna vaccinale incredibile, il paese è ripartito quando sembrava impossibile”.