Il dato dei 222mila, tra insegnanti e personale scolastico che non è stato ancora vaccinato, è una cifra che fa riflettere. Per il Generale Figliuolo ben 9 regioni in Italia sono indietro con i vaccini, con una punta massima di astensioni a Bolzano, seguita a ruota dalla Liguria, dalla Sardegna e dalla Calabria, In Piemonte e in Emilia Romagna oltre 20 mila non hanno ancora ricevuto la prima dose.
A commentare questi dati, a poco più di un mese dall’inizio delle scuole è il Segretario Generale Uil Scuola Pino Turi che spiega come il dato vada in realtà correttamente interpretato e invita il Governo ad intervenire con una legge ad hoc se l’obbligo deve esserci.
Segretario, che succede allora in Italia con i no vax della scuola? Parliamo di circa 222mila persone
“Come Uil Scuola, siamo convinti che, purtoppo, ci sia ancora uno zoccolo duro di no vax, tuttavia per valutare più correttamente questa cifra dei circa 200 mila non vaccinati nella scuola, va detto che da un certo punto in poi negli hub hanno continuato a fare iniezioni per fasce di età, senza registrare la categoria dei docenti. La maggioranza dei docenti si è vaccinata con entrambe le dosi. Ognuno deve sapersi assumere le proprie responsabilità.
Che intende dire, l’obbligo al vaccino deve esserci o no?
La campagna informativa purtroppo ha vacillato, c’è stata confusione da parte del Governo. Noi, coerenti anche con le parole di Draghi, facciamo un appello sentito alla vaccinazione che poi è in realtà un appello alla vita. Però non accettiamo situazioni autoritarie che si ritorcono sulle persone. Alcuni non possono vaccinarsi per ragioni mediche, se deve esserci una legge che imponga l’obbligatorietà allora deve essere fatta in fretta. Però la gogna mediatica non è più tollerabile.
In che senso
La scuola non ha bisogno di avere gogne o tentennamenti perché se è vero da un alto che ha reagito bene alla pandemia e si è inventata un sistema educativo come la Dad, è altrettanto vero che deve rimanere una Istituzione libera e chiaramente rispettosa delle leggi.
Teme dunque che il personale scolastico sia stato posto sotto assedio?
Ma, non direi così. Però attenzione, stiamo parlando di un corpo docenti e, più in generale di tutto il personale scolastico che in queta pandemia, in termini di sacrifici, ha dato tantissimo. Anche il Cts ha evidenziato le ricadute negative della Dad nell’attività psico-affettiva dei ragazzi: in tanti stanno avendo problemi di interazione e socialità con i loro coetanei .
Quali sono in questo momento le priorità del Sindacato?
Sono le stesse su cui insistiamo da sempre: la sicurezza nelle scuole e la stabilità del personale. E’ fondamentale per noi ricevere i dati reali sui contagi, li abbiamo chiesti più volte al Governo. E’ una richiesta che ci occorre anche per valutare il problema legato ai trasporti, che a poco più di un mese dalla ripresa resta l’altro grosso nodo cruciale.