Come di consuetudine, in determinati periodi dell’anno, ritorna in voga la volontà o la richiesta, di abolire l’ora di religione nella scuola pubblica italiana, così facendo si metterebbero a rischio ben 26.000 docenti.
Dopo fiumi di parole spese a difesa dell’insegnamento dell’ora di religione, ma soprattutto atte a spiegare la reale motivazione per cui l’insegnamento della religione cattolica è inserita all’interno della scuola pubblica, credo sia opportuno lasciare cadere nel nulla i proclami dei vari politicanti di turno.
Gli stessi cercano di “speculare” il possibile, oppure di “attirare su di sè” qualche riflettore sfruttando l’immagine degli insegnanti di religione cattolica, facendola passare come figura “inutile” nella scuola pubblica italiana che ha una caratteristica non meno importante delle altre cioè: la sua LAICITA’.
Inoltre, come cita la nostra Costituzione nell’art. 3, senza nessuna distinzione neanche a carattere religioso: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” (art.3 C.I.).
L’ora di I.R.C. a scuola è prevista ed è garantita dall’art. 7 della Costituzione: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.” e dalle varie sentenze costituzionali come la L. 203/89, n. 13 /91 e la n.290 del 1992.
Infine va ricordato che l’insegnamento della religione cattolica scuola è regolamentata da una norma ben precisa, ma soprattutto è inserita in un contesto socio-culturale all’interno della stessa scuola pubblica: “La Repubblica italiana, in conformità al principio della libertà della scuola e dell’insegnamento e nei termini previsti dalla propria Costituzione, garantisce alla Chiesa cattolica il diritto di istituire liberamente scuole di ogni ordine e grado ed istituti di educazione.” (Legge 25.03.85, n.121) oltre che ad essere simbolo ed espressione della cultura e della tradizione del nostro paese, della nostra Italia.
Il Responsabile Nazionale Dip. UIL SCUOLA IRC
Prof. Mario D’Ambrosio