In Italia, l’ascensore sociale è fermo: Tanti gli abbandoni precoci e pochi i laureati, è quanto emerge dai dati Istat.
Secondo l’Istituto nazionale di statistica, infatti i laureati, nonostante migliori prospettive di carriera e di stipendio continuano a essere troppo pochi, il 26,8% nella fascia di età 30-34 anni contro il 41,6% di media Ue.
Il Ministro Valditara, al termine del voto di fiducia alla Camera però promette:
“Lavoreremo per una scuola che torni a essere un ascensore sociale e che non lasci indietro nessuno”.
E il merito?
Secondo l’Istat il background familiare condiziona fortemente la possibilità che un giovane raggiunga un titolo terziario.
“Nelle famiglie con almeno un genitore laureato – si legge nel rapporto – la quota di figli 30-34enni che hanno conseguito un titolo terziario è pari al 70,1%, se almeno un genitore è diplomato cala al 39,3% e scende all’11,4% quando i genitori possiedono al più un titolo secondario inferiore. Ma il quadro diventa ancora più fosco se ci spostiamo sugli ultimi, su chi abbandona anzitempo gli studi”.
Rimettere in moto l’ascensore sociale non è cosa da tutti. I numeri richiederebbero una riflessione seria da parte di tutte le forze in campo. In primis da chi ha governato fino a ieri e da chi è chiamato a farlo ora.
Partendo dalla traccia già contenuta nel Pnrr, ad esempio, su lotta alla dispersione scolastica e borse di studio universitarie, e aggiungendo altri fondi e altre idee. Se possibile senza bissare l’esperienza della Fondazione per il Merito nata nel 2011 con nove milioni di budget, trasformata in Fondazione Articolo 34 nel 2017 e poi rimasta di fatto sulla carta .