Insegnanti, studenti, sindacati e intellettuali chiedono uniti più attenzione per la scuola del Paese.
Per il Segretario generale Uil Scuola Pino Turi: “ A fronte del cospicuo investimento previsto per la scuola dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) la scuola italiana meriterebbe interventi a medio e lungo termine con risorse adeguate”.
C’è dunque una scuola che richiede attenzione: a partire dagli insegnanti, che chiedono di vedere riconosciuta la propria responsabilità educativa, fino agli studenti che vengono da mesi di dad. E lo chiedono i sindacati, che negli ultimi tre mesi hanno risposto, per iscritto al primo Recovery plan, all’attuale Pnrr, passando dal Patto per l’Istruzione, rimasto ancora al palo.
“ Proprio così – sottolinea Turi. – . Ma intanto la scuola fa leva solo sulle sue forze. Gli insegnanti sono ad oggi in classe senza che siano state date certezze per il prossimo anno. Nessun intervento è stato fatto per il numero di alunni per classe, o per il tracciamento, o per la presenza di un medico a scuola mentre gli studenti stanno preparando l’ennesimo esame di Stato, ancora una volta diverso dall’anno precedente”.
L’Europa però, con le parole del prete di Barbiana, e in Italia col manifesto degli intellettuali, il Manifesto per la nuova scuola, parla di una scuola che si occupa delle persone in crescita.
“Un manifesto – aggiunge Turi – in cui rileggere tutti i principi a cui ispirarsi . Un testo che trova la condivisione del sindacato su temi essenziali, sui quali sono state già presentate proposte scritte al ministro Bianchi. Una scuola fondata sulla conoscenza, sul rapporto umano, sull’attività dell’intelligenza. Una scuola che vede gli insegnanti come professionisti, capaci di motivazione e passione. Una scuola che ha bisogno di interventi precisi e profondi. Senza inutili lungaggini politici. I tempi della scuola non sono quelli dei partiti”.