E’ quanto ha sostenuto con forza Uil Scuola nell’incontro che si è tenuto ieri proprio sul tema delle 25 ore di formazione sul sostegno. Ore che sono stabilite dalla legge di bilancio per il 2021 e attuate dal decreto n.188 del 21 giugno 2021 e dalla nota ministeriale n. 27622 dello scorso 6 settembre.
Con la nota 27622 del 6 settembre il ministero dell’Istruzione ha indicato lo schema di modulo formativo e gli obiettivi, oltre alla ripartizione delle risorse, in totale 10 milioni di euro. Che sono destinati alla formazione del personale docente non specializzato impegnato nelle classi con alunni con disabilità. Mentre per quanto riguarda la partecipazione alle attività formative essa è obbligatoria e non prevede esonero dal servizio. Lo svolgimento delle attività formative è attestato dal Dirigente scolastico della scuola sede di servizio.
Ma per Uil Scuola la storia si ripete:
“La battaglia ampiamente persa dall’Amministrazione sull’obbligatorietà dei corsi di formazione sulla sicurezza, per cui sono stati spesi tanti soldi pubblici per i ricorsi, per poi far affermare dalle sentenze, non ultima quella della Cassazione del 2019, la superiorità del contratto di legge, non ha insegnato nulla”.
Ma la questione, già ribadita dalla Uil Scuola alla luce dell’approvazione della legge di bilancio, è anche un’altra: negli anni si determinerà una riduzione in organico di diritto, da subito di quasi 2.000 posti, e in futuro una riduzione di ulteriori 5.000 posti l’anno, sul sostegno. Pertanto la formazione andrebbe a compensare le riduzioni di organico che ricadrebbero su tutto il personale, configurando un carico di lavoro aggiuntivo per i docenti coinvolti.
Insomma si tratta di un tema davvero complesso che per la Uil Scuola:
” Un tema che si lega anche ad un altro elemento di criticità, che è il nuovo modello PEI, in applicazione dell’art. 7 del Decreto Legislativo 66/17, per cui per l’alunno disabile della scuola secondaria si prevede la possibilità di esonero da alcune discipline di studio, prevedendo altresì la sostituzione di tali discipline con attività alternative, senza però chiarire dove e con chi va l’alunno. Non si può correre il rischio di tornare alle classi differenziali ante legge 118/71″.
Sono questi i temi sui quali è intervenuta ieri Uil Scuola ribadendo l’assoluta contrarietà alla norma principale e al decreto. Il sindacato rivendica perciò un intervento immediato da parte del Ministero in cui si chiarisca alle scuole la necessità di adottare criteri condivisi per ogni singola scuola.
“E soprattutto chiarisca che le ore di impegno dei docenti devono rispettare le norme contrattuali tutt’ora vigenti. ‘L’aumento dell’orario di lavoro è inaccettabile”.