Disabilità e normalità, quanto poco contano le differenze.

Vi proponiamo la lettura integrale dell’articolo della psicologa Adriana Belotti, pubblicato il 17 febbraio su Internazionale. Si tratta di un commento, approfondito e ben argomentato sul perché in Italia non dovrebbe esistere alcun ministero per le disabilità

Attualmente questo ministero è presieduto dalla leghista Erika Stefani ed è stato fortemente voluto dal leader della lega Matteo Salvini ma come scrive la Belotti:

Anche in tempi e condizioni normali, le minoranze – e le persone con disabilità non solo – corrono il rischio di discriminazione ed emarginazione, ma il pericolo si acutizza in presenza di una crisi, quando un sistema fatica a garantire anche il rispetto dei diritti della maggioranza”.

La psicologa invita anche a non dimenticare quanto accaduto durante la prima ondata di Covid in Italia: dalla strage nelle Rsa, alla chiusura dei centri di sostegno per disabili, alla delega totale dell’assistenza ai disabili soprattutto alle donne e alle mamme fino alle difficoltà dei ragazzi disabili lasciati soli nella Didattica a distanza.

Serve una presa di responsabilità”sottolinea la Belotti -.  

Nella fase che stiamo attraversando le priorità da affrontare in questo campo sono molte e interessano diversi ambiti. …In ambito sanitario mancano indicazioni chiare sulla disponibilità dei vaccini anti covid per quanti sono fisicamente più vulnerabili e per i loro caregivers. Nela scuola, sul versante dell’inclusione, tante le carenze: dalla mancanza di insegnanti di sostegno specializzati, al problema della continuità didattica per arrivare al nodo critico della carenza di ausili tecnologici e della presenza di barriere architettoniche negli edifici.  Fino al mercato del lavoro, che resta  uno dei settori in cui la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità è più evidente (solo il 31,3 per cento risulta occupato)”.  


Ma un ministero ad hoc per le disabilità non è la strada giusta da percorrere.

“Le difficoltà che devono gestire le persone disabili e le discriminazioni che subiscono non sono tipiche di una “categoria”, ma riguardano tutti: sia perché a chiunque potrebbe capitare, nel corso della vita, di vivere una condizione di disabilità, anche solo temporanea, sia in quanto ciascuno, invecchiando, sperimenterà una progressiva perdita di abilità. Quindi, sarebbe più utile che tutti i ministeri avessero un focus sulla disabilità in modo da generare una responsabilità condivisa”

Fino a che impareremo, si spera,  a considerare le minoranze come una risorsa.

“Solo allora  – conclude  la Belotti – maggiore sarà la  nostra capacità di accogliere e valorizzare le differenze e l’eterogeneità di quanti appartengono alla maggioranza “normale”.