L’Ordine dei medici della Lombardia ha pubblicato un vademecum per la cura a domicilio del Covid 19, in linea con il documento pubblicato dal Ministero per la Salute, che spiega come trattare la malattia a casa. “Abbiamo redatto un vademecum per la cura delle persone con Covid-19 non ospedalizzate – spiega l’infettivologo Massimo Galli, capo della Clinica di malattie infettive, Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche Sacco – Università degli Studi di Milano – per offrire qualche utile indicazione ai medici di medicina generale. Spero che possa servire a essere più vicini a chi sta a casa con l’infezione”.
E’ importante capire cosa fare nelle prime 72 ore in caso di positività da Covid 19 e quando è necessario chiamare i soccorsi, nel caso in cui si aggravino le condizioni di salute. Il ministero della Salute è intervenuto con un documento definitivo “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2” che delinea un’unica strategia, con prescrizioni che devono essere seguite in tutta Italia.
Antipiretici in caso di febbre, no all’antibiotico senza che ce ne sia reale necessità, attenzione all’idratazione e al livello dell’ossigeno e saturimetro sempre a portata di mano. Ecco le linee guida della Federazione degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri della Lombardia.
Le linee guida, stese secondo le indicazioni degli esperti, elencano anche le terapie sconsigliate perché non si sono dimostrate efficaci ed espongono il paziente a potenziali rischi se date senza un adeguato monitoraggio.
Sull’uso del cortisone, per esempio, per i pazienti ricoverati in ospedale con malattia grave è stato dimostrato un chiaro beneficio in termini di sopravvivenza della terapia steroidea, in particolare con desametasone (un cortisonico). Secondo il documento potrebbe essere ragionevole quindi l’uso della stessa terapia (previa valutazione del rapporto rischio-beneficio per ciascun soggetto) in alcuni malati.
Quali sono le caratteristiche dei pazienti candidati al trattamento? Una saturazione di ossigeno nel sangue inferiore al 94 per cento, almeno 5-7 giorni di febbre, una polmonite certa. In caso di paziente diabetico, si chiede uno stretto monitoraggio delle glicemie. In questo passaggio il documento lombardo è più puntuale dalla bozza del protocollo ministeriale, che invece parla di cortisone solo in emergenza.
L’eparina è consigliata ai pazienti ad alto rischio di complicanze trombotiche o per chi è allettato ma sconsigliata per coloro che hanno alto rischio di sanguinamento.
Per l’ossigeno il documento apre alla possibilità di ossigenoterapia domiciliare in caso di saturazione inferiore al 94 per cento dopo appropriata valutazione agli Hot spot sul territorio. In caso però di necessità a priori di più di 3 litri al minuto di ossigeno o saturazione inferiore al 90 per cento è indicato il ricovero in ospedale.