“In questi giorni convulsi in cui l’Italia vive il pieno della seconda ondata di Covid 19 si chiede alle istituzioni scolastiche di inserire i dati delle classi coinvolte nelle prove Invalsi. Una richiesta che ci sembra quanto meno assurda”.
Non usa giri di parole il segretario provinciale Uil Scuola Cremona Oreste Pegno, che in accordo con la linea del sindacato sottolinea come : “ Sarebbe più giusto utilizzare questo tempo per riflettere su un nuovo tipo di valutazione che aiuti a trovare gli strumenti giusti per colmare i dislivelli che erano già noti nella scuola, prima della pandemia. L’Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione) è nato come organismo di supporto delle scuole, per valutare capacità di progettazione, di analisi e di valutazione e, d’altro canto, bisognerebbe trasformare questo periodo di crisi della scuola in una futura opportunità”.
Per la Uil l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione ( Invalsi) è assolutamente distante dalla realtà della didattica a distanza. Bisognerebbe prima considerare come concludere la scuola secondaria di primo e secondo grado, come valutare al meglio le competenze degli alunni all’Esame di Stato, insomma bisognerebbe dare inizio a quel processo di rinnovamento della Scuola che sia aderente alla realtà nell’era post pandemia.
“Nel frattempo – conclude Pegno – lasciamo che le scuole svolgano il proprio lavoro nel clima migliore possibile senza ulteriori sovraccarichi . Il ministero e l’Invalsi si facciano promotori di una analoga proposta presso le agenzie di rilevazione degli altri Paesi, perchè la pandemia riguarda tutti e i fattori educativi, che accompagnano e integrano i processi di apprendimento dei diversi paesi, non permettono comparazioni di sorta”.