Ha passato al setaccio gli archivi, scovato un vecchio manoscritto, consultato varie altre fonti. Una ricerca approfondita gli ha permesso di ricostruire nei dettagli la battaglia che vide Cremona scendere in campo agli inizi del ‘ 700.
Matteo Villa, cremonese anni 29, si è laureato alla Facoltà di Musicologia di Cremona, sede staccata dell’Università di Pavia, con una tesi sulla battaglia del 1702 con relatore Gastone Breccia, docente di Storia bizantina e Storia militare antica. Quarantacinque pagine da cui è scaturito l’articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Focus.
E lui, cortese e sorridente racconta:
” Ho avuto l’interesse per la storia praticamente da sempre. Ricordo che da bambino mi piacevano i campanili. Poi, crescendo, sono stato attratto dalla storia dell’arte, dalla storia in sé e da tutto ciò che riguarda la bellezza. Sono un nostalgico del passato”.
All’Università è rimasto letteralmente “folgorato” dal professor Breccia.
“ Ho avuto il privilegio di studiare con lui, è stato il relatore della mia tesi” – racconta Matteo-
Quarantacinque pagine Intitolate ‘La sorpresa di Cremona’, come il testo uscito su Focus.
Una data riportano articolo e tesi: febbraio 1702. Guerra di successione spagnola: da una parte, l’alleanza tra Austria, Inghilterra, Olanda, Prussia e molti Stati minori; dall’altra, Francia e Spagna.
“La piazzaforte di Cremona, quartier generale delle truppe spagnole agli ordini del duca di Villeroi, era perfettamente tranquilla quella notte”, comincia così l’articolo firmato da Gastone Breccia e Matteo Villa. “Gli imperiali del principe Eugenio di Savoia erano lontani, accampati a Ostiano, sulla strada di Mantova – continuano docente ed ex studente – e non sembrava potessero costituire una minaccia immediata per la guarnigione”. Non era così. “Sabato 28 gennaio, infatti, otto soldati austriaci erano entrati a Cremona travestiti da contadini, approfittando del giorno di mercato, e appena possibile avevano preso contatto con don Giovanni Battista Cozzoli, parroco di Santa Maria Nuova, il cui fratello militava al soldo degli Asburgo, che aveva fatto sapere di essere disposto a collaborare”. Un’accurata azione di spionaggio che doveva aprire la strada al blitz pianificato dal principe Eugenio, un grande stratega.
Viene poi fatta luce sul susseguirsi degli eventi di quella giornata memorabile: gli otto soldati che si mettono subito all’opera per aprire l’accesso nella cantina della casa del sacerdote e collegata al fossato esterno, l’ingresso attraverso quel pertugio nascosto delle truppe austriache, i primi momenti dell’assalto, la cattura del duca di Villeroi. E i successivi scontri sanguinosi.
Inizialmente Eugenio di Savoia riuscì a conquistare la città ma alla fine dovette ritirarsi.
Nell’articolo si sottolinea il ruolo che ebbero ‘le oche selvatiche’, come erano soprannominati i mercenari irlandesi al servizio di Francia e Spagna (altri loro connazionali erano stati arruolati dagli austriaci), le cui gesta vennero celebrate da una ballata popolare: ‘Remember Cremona’.
Per la storia d’Irlanda questa battaglia fu considerata tra le più eroiche tanto è vero che al Museo della guerra di Dublino è conservata una tela rappresentante questo episodio.
Osserva Matteo:
“Sarà per l’originalità dell’assedio, l’incertezza su come avvenne con esattezza l’arresto del Villeroi, la genialità del principe Eugenio o il finale inaspettato della battaglia che ribaltò completamente la situazione iniziale della vicenda, ma ‘la sorpresa di Cremona’ ebbe, fin da subito, una risonanza importante presso le corti europee”.
Per questa minuziosa ricostruzione è stata fondamentale, insieme con altre fonti, la trascrizione della cronaca contenuta nel manoscritto inedito conservato presso l’Archivio di Stato di Cremona Una tesi redatta da lavoratore: Matteo è collaboratore scolastico in una scuola elementare di Cremona.
In attesa di diventare insegnante per…”Fare ricerca storica”.