C’era una volta un contratto scritto male e difficile da applicare al punto che si decise di scrivere una nota che lo migliorava. Non bastò e si mise una toppa con un documento politico.
“Il Contratto Did non ci convince: è un metodo che non condividiamo, tutta la gestione dell’emergenza non ci trova d’accordo. Le scelte contrattuali restano e i governi passano, in un momento così complesso i riferimenti contrattuali sono la bussola dei lavoratori. Restiamo convinti che la condivisione è la scelta prioritaria”.
Con queste parole la Uil Scuola commenta il contratto integrativo sulla Didattica a Distanza e sottolinea la posizione divergente spiegando le motivazioni che hanno spinto il sindacato a non firmare.
Lontani dalle idee della Ministra Azzolina, la Uil Scuola ironizza paragonando l’iter del contratto al romanzo di Micheal Ende: “La storia infinita”. Un vero e proprio accordo a rate , una firma a più tempi.
“C’è voluto un ulteriore incontro, non contestuale alla sottoscrizione – spiega la Uil Scuola – su richiesta legittima di uno dei sindacati firmatari, per chiarire le discrasie tra il contratto e la nota. Segnali chiari di una difficoltà nella stesura del Ccni. Chiaramente la UIL scuola non intende aderire, perché di adesione si sarebbe trattato, ad un documento concordato da altri, un’intesa politica più che un contratto. Nella nostra storia di sindacato libero ed indipendente non abbiamo mai delegato nessuno a rappresentarci, né pensiamo di farlo ora. L’atteggiamento dell’amministrazione ci è sembrato solo un tentativo finalizzato a dividere i sindacati, ricorrendo ad una procedura a dir poco singolare: una nota ministeriale va ad interpretare il contratto, magari anche estendendo elementi che nel testo contrattuale sono definiti come enunciazioni di principio, e poi dispone rinvii a leggi e regolamenti”.
Per la UIL i contratti devono essere chiari e intellegibili, senza elementi di ambiguità interpretativa; una volta firmati si applicano, non hanno bisogno di dichiarazioni o circolari esplicative. A meno che non si voglia dire qualcosa di diverso da quello sottoscritto. In questo caso si riapre il contratto e si adegua rispetto alle modifiche che politicamente si condividono al Tavolo negoziale, unitariamente. In ogni caso la UIL rispetta le scelte di tutti, sia di chi firma che di chi non firma.
“Paradossalmente anche il COVID ha tentato di dare una mano al ministro: la sospensione del concorso straordinario poteva essere colta come un segnale per una apertura, ma nulla. Il ministro ha subito puntualizzato che il concorso riprenderà al più presto. Questo modo di procedere non ci piace. Le relazioni sindacali non possono andare a fasi alterne, o ci sono o non ci sono, e ad oggi il ministro nulla ha fatto per favorire il dialogo”.