Al Congresso Nazionale di Roma il Segretario generale lancia l’agenda sindacale 2022-26: “Saremo propositivi – dice alla politica -. Precarietà del lavoro e rischio di nuove povertà sono gli elementi su cui intervenire in modo deciso”.
È un sindacato unito e in crescita quello che accoglie al congresso di Roma la relazione del segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile.
Poco più di mezz’ora di intervento, platea piena con oltre 700 delegati e quadri sindacali, per delineare la linea di azione del sindacato per i prossimi quattro anni.
Questa la nostra agenda 2022-2026 – ha detto D’Aprile: interventi su contratto, organici, precariato, no alla regionalizzazione, investimenti, edilizia scolastica.
Temi centrali che interessano tutto il personale della scuola, Ata, Docenti, Dsga, Dirigenti Scolastici, che inevitabilmente avranno delle ricadute positive o negative anche sugli alunni e le famiglie.
Abbiamo chiara la direzione: partire da un progetto di scuola moderna, laica, statale, nazionale, contro ogni forma di regionalizzazione che salvaguardi il diritto all’istruzione, la libertà di insegnamento e valorizzi il lavoro delle persone. Sono queste le basi dalle quali partire.
Per la scuola servono politiche che inducano un moltiplicatore elevato – ha sottolineato il segretario Uil Scuola Rua-. E’ evidente che la situazione della scuola di oggi è il risultato delle mancate politiche di sviluppo sempre rinviate a tempi migliori. Oggi è già domani.
È questo il momento di decidere. Serve un provvedimento organico, per pensare oggi, la scuola dei prossimi anni.
Saremo un sindacato propositivo, lavoreremo con serietà, coerenza e con obiettivi chiari, affinché queste politiche vengano attuate e si realizzino. Fare sindacato significa fare delle scelte.
Fare politica significa fare delle scelte. Se possibile queste scelte le faremo insieme senza pregiudiziali politiche.
La nostra cultura riformista ci impone di sostenere le riforme migliori, i cambiamenti veri, quelli possibili, quelli che si realizzano, non quelli dichiarati, auspicati, promessi, minacciati o addirittura imposti.
La formazione prevista nella scuola di Alta formazione, invece, è di tipo piramidale e dirigista, viene finanziata con risorse recuperate dai tagli di organico e dalla carta docente, e rischia di misurare e premiare le performance dei propri dipendenti annullando di fatto la libertà di insegnamento con inevitabili ricadute sulla qualità dell’insegnamento. Non si può insegnare ad insegnare – ha detto nettamente D’Aprile – noi questo tipo di scuola la rimandiamo al mittente.
Due passaggi della relazione sono stati dedicati al contratto e al precariato dapprima sfruttato e poi umiliato con forme di reclutamento che prediligono il sapere nozionistico a quello critico e i cui fallimenti sono sotto gli occhi di tutti – ha detto D’Aprile sottolineando la netta contrarietà della Uil Scuola al sistema della chiamata diretta, abolito di fatto per via contrattuale.