Durante un confronto elettorale che si è tenuto martedì scorso al Meeting di Rimini, il segretario del Partito Democratico Enrico Letta è stato fischiato dopo aver proposto di estendere l’obbligo scolastico alle scuole dell’infanzia, chiamate più spesso scuole materne, frequentate da bambine e bambini dai tre ai cinque anni.
” Dobbiamo rendere obbligatoria la scuola d’infanzia, che oggi non è obbligatoria. E poi dobbiamo allungare l’obbligo scolastico fino alla maturità. Sono due scelte importanti, fondamentali, – ha detto Letta – prima di ricevere una contestazione piuttosto inusuale per una platea solitamente indulgente come quella del Meeting, organizzato ogni anno dall’influente movimento cattolico conservatore Comunione e Liberazione”.
Per Matteo Salvini, leader della Lega, l’estensione dell’obbligo il risultato di una “mentalità statalista, centralista, burocratica, dove tutto lo decide lo stato, prima dello stato vengono i cittadini”.
Mara Carfagna, ministra per il Sud, recentemente passata da Forza Italia ad Azione e candidata per il cosiddetto “terzo polo”, che l’idea di Letta è in perfetto stile sovietico e fuori dalla realtà:
” Lo sa Enrico Letta che l’offerta di nidi e asili in molti Comuni del Sud non arriva al 15 per cento dei bambini residenti? Lo sa che al Sud oltre il 60 per cento delle madri non è occupata né può esserlo per mancanza di asili?”.
Asili nido e scuole dell’infanzia non sono la stessa cosa, sia perché ai primi si accede da zero a due anni e alle materne da tre a cinque, ma soprattutto perché tra i due servizi per la prima infanzia ci sono grandi differenze in termini di accessibilità, finanziamento e spese sostenute dalle famiglie. I problemi, come è emerso più volte negli ultimi anni e come dimostrano i dati, riguardano soprattutto gli asili nido e molto meno la scuola dell’infanzia.
Per contestualizzare le parole di Letta, alcuni esponenti del PD hanno ricordato che l’obbligo è già previsto in Francia e che la frequentazione dei servizi educativi prima delle scuole primarie ha un significativo impatto positivo sulla formazione dei bambini: lo confermano molti studi pubblicati negli ultimi anni, tra cui alcuni realizzati in Italia.
Per l’articolo completo vedi Il Post del 30 agosto 2022