Mercoledì 22 giugno 2022, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, evento in Piazza Vidoni a Roma contro il decreto legge 36 del governo
“Siamo davvero convinti che per un futuro da reinventare non servano libertà e pensiero critico? La scuola non può essere un customer service: ai consumatori e ai clienti deve opporre la persona, l’integrazione e non la competizione”.
Con queste parole il Segretario generale Uil Scuola Pino Turi commenta la circolare di un istituto comprensivo di Roma, la circolare n. 297 con oggetto customer satisfaction che ha portato alla mente del Segretario tutti i dubbi che stanno guidando la scuola italiana verso la deriva, nel nome di una modernizzazione che non c’è.
“Per essere quasi alla trecentesima circolare, – continua Turi – significa che nelle scuole non si parla più e che gli organi democratici di gestione si stanno atrofizzando per effetto di un malcelato efficientismo di maniera che travalica le norme stesse di autogoverno delle istituzioni scolastiche. Qualche anno fa in relazione alla valutazione degli studenti mi sono riferito ai reality che incantano gli spettatori grandi e piccoli del nostro paese”.
Dai reality alla customer satisfaction fino al modello Booking per verificare quanti i clienti scolastici ( che sono studenti e famiglie ) siano soddisfatti.
“Ma la scuola – conclude Turi – deve svolgere un ruolo inverso rispetto al mercato, ai consumatori e ai clienti, deve opporre la persona, il senso del dovere, del sacrificio, sviluppare il senso critico, integrare e non escludere, deve indicare la strada trasmettendo valori costituzionali e non essere il megafono di un sub cultura economicista che purtroppo ha trovato sponda nei partiti politici che si occupano più della soddisfazione immediata dei cittadini-clienti piuttosto che dei risultati mediati dalla scuola, che deve aprire le menti e non offuscarle”.
E a coloro che continuano a proporre per il sistema scolastico italiano un modello aziendale, la Uil solleva una domanda importante
“La Costituzione italiana dove va a finire?”
La scuola costituzionale di Calamandrei, inclusiva, democratica e partecipata, ha mostrato di essere capace, molto più di chi santifica ricette neo-liberiste: ha favorito la selezione meritocratica della classe dirigente del paese, ha attivato l’ascensore sociale, ha abbattuto la vecchia scuola classista ed è stata protagonista del boom economico che ha portato l’Italia tra i 7 Paesi più industrializzati del mondo.
Un modello adottato da Olivetti (la cui esperienza umana e imprenditoriale rappresenta un precedente fondamentale di gestione e di metodo) poi fermato da modernizzatori neo liberisti, esperti di sfruttamento delle persone piuttosto che difensori dei diritti sociali ed economici di tutti, con modelli basati sulle disuguaglianze e sulle conseguenti competizioni (lotta tra poveri) che portano benefici a pochi e difficoltà a molti. La forbice della disuguaglianza ha costi sociali che pesano sulle economie.
“Il senso di resilienza del personale della scuola si deve trasformare in resistenza per evitare che iniziative come quella che vuole trattare gli studenti in clienti debba avere la meglio. I ragazzi e le ragazze di questo paese ci ringrazieranno”.