Illustrata ieri al Ministero la bozza del Decreto Interministeriale elaborata dal Ministero dell’Istruzione, di concerto con quello delle Finanze per l’autorizzazione delle classi in deroga alle dimensioni previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, ai sensi dell’art.1, commi 344 e 345 lett. a), b) e c), della legge 30 dicembre 2021, n.234”.
Nella bozza, in seguito alla Legge di Bilancio 2022, si intende procedere al decongestionamento delle classi sovraffollate. Un principio che è inserito anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Ma per Uil Scuola non c’è alcun margine d’intesa tra le norme programmatiche del piano di resilienza e quelle applicative.
Per limitare la dispersione scolastica, divisa tra scuola primaria, secondaria di primo e di secondo grado, sarebbero istituiti posti di docenti in deroga. In tutto ne sarebbero stati ipotizzati 8.741, ripartiti tra i diversi Uffici Scolastici Regionali. Un ulteriore budget di posti potrà essere attinto da quelli eventualmente non utilizzati per l’inserimento dell’educazione motoria nella scuola primaria.
Ma per Uil Scuola :
“ E’ d’obbligo il condizionale. Poiché nessun posto in più potrà essere consentito oltre l’organico già definito. Si tratta di uno spostamento di posti tra le varie scuole di cui poco, in vertità, si capisce. Ormai i tagli di cui si parla degli anni scorsi sono cristallizzati e restano parte del sistema”.
Occorrono da parte dell’Amministrazione risposte più certe.
“Il problema del sovraffollamento delle classi – spiegano dalla Uil – è un’autentica emergenza che frustra il diritto all’istruzione, soprattutto nelle aree più fragili del Paese, resa ancor più evidente dall’emergenza epidemiologica in corso”.
Inoltre, bisogna anche tenere conto dei bambini e dei ragazzi ucraini che andranno accolti nelle scuole italiane.
Quanto agli indicatori che verrebbero utilizzati, sono stati forniti dall’INVALSI e dalla Direzioni Sistemi Informativi ma si è vista una netta incongruenza
“Infine – sottolinea Uil Scuola– ai bisogni non corrisponde nessuna risorsa finanziaria nuova. La proposta formalizzata è a dir poco risibile. Ancora una volta, si ignorano i problemi veri proponendo soluzioni virtuali”.
Insomma, ancora una volta il Piano di ripresa rischia di diventare un’opportunità persa per la scuola pubblica del Paese.