Giuffrè: La Regione non può intervenire su scelte in materia didattica
Si svolgerà solo con la didattica a distanza a partire da lunedì 26 ottobre l’attività scolastica nelle scuole secondarie della Lombardia. E’ quanto prevede l’ordinanza della Regione Lombardia firmata dal presidente Attilio Fontana.
“Le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado devono realizzare le proprie attività in modo da assicurare, dal 26 ottobre, il pieno svolgimento della didattica a distanza per le lezioni, qualora siano già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali”, si legge in una nota della Regione. “Agli altri istituti – prosegue la nota – è raccomandato di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della didattica a distanza”.
I sindaci però non ci stanno e hanno chiesto un approfondimento sulla parte dell’ordinanza relativa alla didattica a distanza che non era stata concordata.
In realtà il senso del provvedimento è meno stringente, dal momento che nel testo si precisa che l’obbligo di spostare le lezioni totalmente in didattica a distanza vale solo qualora la singola scuola sia “già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali”. Agli istituti che non fossero ancora pronti “è raccomandato di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile”, salvo precisare ancora che “le attività di laboratorio possono continuare a essere svolte in presenza” per poi fare appello ai dirigenti scolastici affinché “organizzino e differenzino gli ingressi a scuola”
Il risultato, quindi, è una grande confusione.
La dichiarazione di Giuffrè
Per il segretario regionale Uil Scuola Lombardia Carlo Giuffrè: “La Regione non può intervenire su scelte in materia di didattica, che ricadono nell’autonomia delle singole scuole”.
La Regione d’altro canto fa sapere che la ministra Azzolina è informata dell’ordinanza e non la impugnerà. La ministra della Famiglia Elena Bonetti però definisce la scelta lombarda grave e miope.
Tutto il sindacato Uil Scuola Lombardia è coeso con la scelta di Giuffrè.
Uil Scuola Lombardia
“Siamo consapevoli del preoccupante andamento della curva epidemica – sottolinea Uil Scuola Lombardia – ma siamo altrettanto consci degli effetti di esclusione dal diritto allo studio che il ritorno alla prevalenza della didattica a distanza rischia di produrre, sommandosi ai ritardi nell’apprendimento già cumulati e che abbiamo più volte evidenziato. Purtroppo dovremo convivere con il virus ancora per qualche tempo. Siamo inoltre preoccupati per la ricaduta sulle studentesse e sugli studenti di un ritorno ad una scuola in DAD. Dopo la chiusura delle scuole dal 24 febbraio grande è stato il contraccolpo psicologico e grave anche la ricaduta in termini di apprendimento.
Infine sappiamo che la DAD (oggi DDI: didattica digitale integrata) non ha raggiunto durante il lockdown tutti gli studenti per la mancanza di connessioni veloci e dei pc nelle famiglie.
Ecco i punti principali
Trasporti
Se il tema deriva dalla mobilità prima e dopo le lezioni (perché a scuola la sicurezza è garantita lo ha affermato lo stesso assessore Rizzoli), si ragioni sul tema dei trasporti, come da tempo chiediamo. Implementare il numero dei mezzi di trasporto (pubblici e privati) consentirebbe di ridurre il rischio di contagio sui pullman.
Focolai
Se il tema è individuare e bloccare sul nascere i focolai si agisca ampliando i punti di controllo.
Chiediamo quindi:
- Che si precisi che quanto scritto nell’ordinanza è una raccomandazione (del resto alternanza scuola e casa è già realtà come pure ingressi separati e scaglionati).
- Che si dica che solo le situazioni critiche di particolare rischio, individuate specificatamente dalle autorità sanitarie nei tavoli territoriali, siano quelle in cui si debba intervenire con modifiche organizzative e didattiche, rispetto all’ esistente, da parte delle scuole.
Vedi Ordinanza