E’ stata istituita dal Governo qualche anno fa, cade il 25 marzo, ed è la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri: il Dantedì.
La data è quella che gli studiosi individuano come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia, ed è l’occasione per ricordare in tutta Italia, e nel mondo, il genio di Dante, con tante iniziative, anche on line, organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali.
Il sommo Poeta è il simbolo della cultura e della lingua italiana, ricordarlo insieme sarà un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.
Non a caso, anche quest’anno, il calendario degli eventi dedicati al Dantedì è ricco di iniziative.
A Cremona da venerdì sarà accessibile la mostra virtuale Dante i giganti e Lucifero che sarà resa accessibile sulla piattaforma Movio, che presenta un percorso in 14 ‘vetrine’ ricche di produzioni grafiche, pubblicazioni e manoscritti.
A Roma l’Accademia dei Lincei presenta insieme le mostre La ricezione della Commedia dai manoscritti ai media e Con gli occhi di Dante. L’Italia artistica nell’età della Commedia e ripropone il docufilm Le vie di Dante (Villa Farnesina).
A Ravenna sono in programma per il 25 letture dantesche alla tomba del poeta, musica e la proiezione del film Fedeli d’amore di Marco Martinelli, produzione di Ravenna Teatro/Teatro delle Albe e Antropotopia, con il contributo dell’Istituto italiano di cultura di Abu Dhabi (calendario sul sito vivadante.it).
Nel Duomo di Milano, alle 18.30 di venerdì 25 si tiene la lettura dantesca di Massimiliano Finazzer Flory, con musiche di Bach e Morricone. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria.
A Napoli al Mann, il Museo archeologico nazionale, il direttore Paolo Giulierini presenta la guida breve della mostra Divina archeologia, esposizione in corso fino al 2 maggio. E Scabec, società della Regione Campania per il patrimonio culturale, lancia la Campania Dantecard, tessera integrata in varie versioni per l’accesso a una serie di musei.
Ecco alcuni dei suoi versi più celebri
“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita…” (“Inferno”, Canto I)
“[…] Caron, non ti crucciare:
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole,
e più non dimandare…” (“Inferno”, Canto III)
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona…” (“Inferno”, Canto V)
“Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.” (“Inferno”, Canto V)
“‘O frati,’ dissi, ‘che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza’.” (“Inferno”, Canto XXVI)
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!” (“Purgatorio”, Canto VI)