Erano stati assunti in tempo di pandemia, un’emergenza sanitaria che ormai dura da due anni, eppure la complicata vicenda del personale ATA con contratti Covid, già critica per la scarsità di fondi messi a disposizione, continua a complicarsi sempre di più. Perché si è in ritardo con il pagamento degli stipendi.
Intanto continua il pressing sulle forze parlamentari per assicurare la proroga a tutto il personale in servizio sin dal mese di settembre, parliamo di circa 22mila unità, che tra l’altro aiutano all’interno delle scuole per il controllo del contagio, che è tornato a salire nuovamente proprio negli Istituti scolastici.
” Troppo pochi – per Uil Scuola – i 100 milioni di euro stanziati con un emendamento specifico in via di approvazione. Ne occorrerebbe almeno il triplo. Noi come Sindacato suggeriamo di evitare di scaricare sui dirigenti scolastici il compito di decidere a chi prorogare i contratti e chi mandare a casa, più opportuno concedere la proroga a tutti sino al 31 marzo (data finale dell’emergenza sanitaria). Servirebbe poi l’impegno a reperire le risorse per finanziare l’ulteriore proroga fino alla conclusione dell’anno scolastico con un nuovo provvedimento legislativo”.
Inoltre sono arrivate moltissime segnalazioni dalle scuole da cui risulta che un gran numero di personale ATA, sempre contrattualizzato con i fondi Covid, a tutt’oggi, non ha percepito gli emolumenti spettanti. E, in molti casi, si tratta di lavoratori fuori sede che devono far fronte alle spese di vitto alloggio proprie e dei familiari che li hanno seguiti.
Si attende la Legge di Bilancio che sarà approvata ormai a fine anno, ma troppe restano ancora le incertezze per i lavoratori.
Per Uil Scuola:
“Si tratta di una situazione surreale, frutto di scelte sbagliate e irrispettose che ledono la dignità dei lavoratori a cui vengono richiesti sacrifici continui senza alcuna garanzia per il futuro”.